Il nuovo progetto WAY avviato all'Istituto di BioRobotica
Come recuperare la funzionalità della mano dopo l'amputazione o dopo danni neurologici quali possono essere, ad esempio, un ictus, una lesione del midollo spinale, del plesso brachiale? Sono obiettivi del progetto WAY (acronimo di Wearable interfaces for hAnd function recoverY) iniziato ufficialmente nelle scorse settimane e coordinato da Maria Chiara Carrozza, Ordinario di Bioingegneria e Direttore del Sant'Anna, con Christian Cipriani, Ricercatore dell'istituto di BioRobotica e project manager di WAY.
L’avvio del progetto è stato salutato da un meeting ospitato presso l’Istituto di BioRobotica a Pontedera (Pisa). “Il progetto – spiega Cipriani - si pone l’obiettivo di sviluppare e di sperimentare clinicamente interfacce di comunicazione uomo-macchina, non-invasive, cioè indossabili, capaci di restituire al paziente le funzionalità perdute a seguito del trauma”.
WAY è coordinato dalla Scuola Superiore Sant’Anna, in particolare dall’Istituto di BioRobotica, e vede impiegati altri cinque partner di altrettanti Stati europei: l'Università di Umea in Svezia, quella di Tubinga in Germania, l'Istituto Dalle Molle per lo studio sull'Intelligenza artificiale a Lugano, l'Istituto clinico di riabilitazione Guttmann a Barcellona, e l'azienda islandese di protesi Ossur.